Simone Vagnozzi: Sinner gioca bene d’istinto, ma servono anche degli schemi. E lui fatica

Sinner Fils
Jannik Sinner

Simone Vagnozzi, coach di Jannik Sinner, ha rilasciato un’intervista alla Gaazzetta dello Sport

«Dobbiamo essere sinceri, giocarsela con onore con i top 5 non è il nostro obiettivo. Siamo scesi in campo per vincere, consapevoli di aver lavorato duramente nelle settimane invernali. Si è trattato di un match particolare, a un anno esatto di distanza da quando abbiamo iniziato a lavorare e da quando aveva affrontato lo stesso Tsitsipas, quindi è inevitabile che ci fosse un po’ di pressione. E infatti nei primi due set avrebbe potuto fare sicuramente qualcosa di più, però ci è andato davvero vicino, come era accaduto nelle ultime tre occasioni».

«Sicuramente siamo molto contenti dell’aspetto atletico su cui abbiamo lavorato tantissimo. Prima Jannik arrivava in fondo agli scambi lunghi in debito di ossigeno. Solo la sua grande forza mentale gli permetteva di chiudere il punto. Ora arriva più fresco e quindi più lucido per fare la scelta migliore».

«Jannik gioca bene d’istinto ma a volte è importante anche mettere in campo degli schemi. Lui fa un po’ fatica a far convivere i due aspetti. È costretto a piegare il suo istinto alla logica e per questo di fronte a scelte giuste, magari sbaglia il colpo. È un percorso che darà i suoi frutti, insieme al lavoro che continuiamo a fare sul servizio e sulla parte atletica. Lo scorso anno siamo stati fermati spesso da tanti piccoli intoppi, ora Sinner è integro fisicamente e possiamo finalmente allenarci con continuità».

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