Novak Djokovic scrive nuovi capitoli della sua leggenda. Il successo contro Jannik Sinner vale l’accesso alla finale numero 35 della sua carriera, primato assoluto con la Evert che resta a quota 34. E’ anche la vittoria consecutiva numero 27 in uno Slam, terzo solo a sè stesso (30 tra Wimbledon 2015 e Wimbledon 2016) e Rod Laver (29). Ed è la nona finale a Wimbledon. Queste le sue parole.
«Risultato importante, ma che non rispecchia la difficoltà della partita». Ma è finale, il “vecchio” non si inchina alla nuova generazione, anzi: «È bello far parte di questa nuova generazione. Devi sempre metterti nelle migliori condizioni mentali e fisiche. Io cerco di non guardare l’età, non è una cosa che disturba. I 36 anni sono i nuovi 26. La motivazione è la mia ispirazione per giocare lo sport che amo e che mi ha dato tanto».
Sulla chiamata per un urlo che gli è costato un punto: «Avrebbe potuto cambiare il corso della partita. Però sono riuscito in qualche modo a ricompormi, credo che non mi sia mai successa una cosa del genere nella mia carriera. Forse è stato l’eco del tetto? Però io non avevo avuto l’impressione di aver danneggiato in alcun modo il mio avversario, ho sempre rispetto».
E sulla semifinale tra Alcaraz e Medvedev: «Riposerò, recupererò e guarderò tutto. Due top player che si affrontano, stanno entrambi giocando alla grande. Ecco, io me la godrò dal mio tavolo dei massaggi».
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