
Giorgio Specchia ha firmato sulla Gazzetta dello Sport un editoriale destinato a far discutere: «Sinner, così non va. Prendi esempio da Tamberi, anche in Nazionale si scrive la storia».
Questione centrale, ovviamente, il no di Jannik Sinner alla Davis Cup dopo quello per Tokyo 2021: «L’azzurro sembra proprio non piacergli, ma così alla fine sarà lui a non piacere più agli azzurri».
Sinner è accusato di rinunciare all’amore della gente, visto che la Davis Cup resta nell’immaginario italiano un simbolo molto forte: «I ragazzi di oggi conoscono ancora Adriano Panatta forse più per quella splendida vittoria che per il trionfo al Roland Garros».
La Davis è stata obiettivo di grandi campioni appunto come Panatta e Pietrangeli: «E deve diventare un obiettivo anche per Sinner che ha portato entusiasmo a tutto l’ambiente già quando aveva 15 anni e batteva record di precocità».
Cosa che poi non sarebbe ancora stata confermata: «Al termine della sesta stagione da pro’ il bilancio di Sinner, per ora, non è però quello di un fenomeno. La prima vittoria in un Master 1000, lo scorso agosto a Toronto, per qualcuno può essere anche un punto di arrivo, per uno come Jannik no. Lui deve puntare più in alto, agli Slam, alle Atp Finals ma anche all’oro olimpico di Parigi 2024 e alla Davis».
E si fa il paragone con l’atletica, che grazie a Marcell Jacobs e Gimbo Tamberi ha visto i suoi numeri esplodere: «Lo scorso gennaio, in un solo weekend, le prove di sprint assolute sui 60 metri hanno visto impegnati 2.250 atleti nelle riunioni indoor».
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