
Sonego, Musetti, quindi anche Bolelli e Arnaldi. La prima uscita dell’Italia alla Davis Cup 2023 è un disastro clamoroso. Il doppio azzurro perde 67 64 76 con il Canada (Galarneau, killer di Sonego, con lo specialista Pospisil) che si prende un netto successo per 3-0.
L’inedita coppia Arnaldi-Bolelli tiene botta con un ottimo primo set e controllando il tie-break, poi la lunga flessione dello specialista Simone rianima il Canada, anche se ai due azzurri manca l’intesa, non il carattere che garantisce alla quarta occasione il miracoloso break sul 5-4 avversario, chiuso con uno splendido colpo di Arnaldi.
Nel decisivo tie-break i canadesi si portano subito avanti, Bolelli trova una risposta capolavoro sullo 0-2, Pospil inventa di rovescio (3-1) e il dritto in rete ancora di Simone costa lo stacco decisivo (4-1). Tre servizi persi su tre per iniziare: non basta qualche invenzione di Arnaldi, 7-3 il finale.
Nulla è ancora compromesso, ma il primo passo a Bologna desta enormi perplessità. L’Italia dovrà battere il 15 settembre il Cile (3-0 all’esordio) e la Svezia il 17 (che perdendo il 14 con lo stesso Canada sarebbe già fuori), anche in maniera rotonda. Quindi guardare la classifica.
Sono due i posti per la Final Eight di Malaga, tuttavia parlano i numeri: un solo set vinto in tre partite contro una squadra, sì campione in carica, ma che schierava in singolare due giocatori sotto il numero 150 ATP.
L’Italia era senza Berrettini e Sinner, il Canada Shapovalov all’ultimo e Auger-Aliassime, dominatore della passata edizione. Sonego è parso non nella migliore condizione, Musetti non ha trovato contromisure al talento del giovane Gabriel Dallo.
Tra due giorni però ci saranno Cristian Garin, numero 103 oggi ma 17 nel 2021, e Nicolas Jarry, numero 22 ma dal magro rendimento sul veloce a dire il vero.
Resta l’atmosfera cupa che pare aver avvolto la selezione italiana dopo le polemiche della vigilia. E allora tornano sotto processo le scelte del capitano non-giocatore Volandri. Sonego in singolare nonostante uno stato di forma ben inferiore ad Arnaldi, al contrario gettato nella mischia nel doppio con Bolelli negato a Fabio Fognini (e Vavassori fermato dalla schiena).
Quel Fognini che rappresenta la storia del doppio italiano nel nuovo millennio. Ma ci sarà tempo per discuterne. Quello che conta è che l’Italia, nella sua Bologna, è già spalle al muro. E un’eliminazione rappresenterebbe un fallimento troppo grande, per tutti i protagonisti.
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