
Pressione. E’ sempre la stessa parola chiave quando si parla di Jannik Sinner dopo una sconfitta. Scontato in un paese in cui il tennis è nazional-popolare e un Grande Slam nel singolare maschile manca da 47 anni. Ma non per questo giusto.
Atp Roma 1000, 16 maggio. La corsa di Jannik Sinner si ferma agli ottavi di finale. Condizione fisica non ottimale forse, certamente un torneo non brillante, come denotato anche dal confronto con Aleksandr Shevchenko nei sedicesimi. Fallimento?
Il giocatore, sui social, non si è certo nascosto: «Una giornata che fa male, ancora di più qui a Roma».
Nelle ore successive, sia Ivan Ljubicic che Nicola Pietrangeli hanno parlato di “pressione”. Un fattore in un torneo casalingo. Un aspetto anche negativo per un giocatore in formazione, un evidente favore per un tennista solido e più esperto.
Fallimento e pressione sono due facce di una stessa medaglia. Sono condizione per ogni sportivo. Realtà. Ma, come detto, questo non deve per forza essere giusto.
Pur non raggiungendo le vette della classifica Juniores come Lorenzo Musetti, il termine “attesa” accompagna Jannik Sinner dal suo ingresso nel mondo professionistico nel 2018.
Una NextGen e il titolo di Sofia nel 2020, più giovane italiano di sempre, hanno strutturato l’attesa, così come il premio esordiente dell’anno del 2019.
Il tennis è pero sport di riferimento mondiale, la macchina procede, e produce volti e talenti a ripetizione. Mentre il 2001 Sinner cresceva il 2003 Carlos Alcaraz diventava numero uno del mondo vincendo gli US Open e un altro 2003, Holger Rune, trionfava a Parigi-Bercy sconfiggendo Novak Djokovic in finale.
E qui sta il grande errore. Il paragone. Perchè oggi le attese su Jannik Sinner paiono più figlie di un paragone che non ha senso. Non sono le grandezze altrui a sminuire le proprie.
Jannik nel 2023 ha toccato il top ranking al numero 8, vincendo 26 partite su 32, conquistando un titolo e arrivando in fondo a Miami. E’ mancato il colpo di reni per fare 31. Ma invece di attendere l’epilogo si guardi il percorso.
Sinner procede. Accompagnato da eccessivi trionfalismi a tornei in corso, per poi ricadere nel termine fallimento ad ogni sconfitta. Ma sono solo distrazioni dialettiche da quella che è la realtà. Ovvero, Sinner procede.
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